Si tratta di un’operazione mediante la quale una società si rivolge ad un pubblico indifferenziato di soggetti per vendere irrevocabilmente e a condizioni non variabili una determinata quantità e specie di titoli mobiliari (azioni ordinarie,
obbligazioni convertibili o altri titoli o diritti) che essa già detiene in portafoglio.
Secondo la legge, comunque, l’oggetto dell’OPV è rappresentato da valori mobiliari che consentono di acquisire diritti di voto, con esclusione quindi delle azioni di risparmio e privilegiate.
I prezzi dei titoli offerti non sono modificabili durante il periodo dell’offerta.
Nel caso di offerta in Borsa o al mercato ristretto il prezzo minimo e l’eventuale prezzo massimo d’asta non possono essere modificati.
L’offerente, al momento della comunicazione alla Consob dell’intenzione di procedere all’OPV, deve essere titolare e avere la piena disponibilità dei titoli.
I titoli dovranno essere messi a disposizione dell’acquirente al più presto e, comunque entro 20 giorni dalla data di chiusura dell’offerta.
La chiusura anticipata dell’offerta non è consentita prima che siano decorsi due giorni.
Se le accettazioni sono inferiori al quantitativo offerto, l’offerta non decade, salvo che l’offerente si sia riservato la facoltà di ritirarla; se, al contrario, le accettazioni sono superiori al quantitativo offerto, saranno soddisfatte in base al riparto proporzionale, ma a ciascun investitore non possono essere attribuiti quantitativi inferiori al lotto minimo indicato nel prospetto Informativo.
Durante l’OPV, l’offerente non deve modificare la consistenza del capitale e del patrimonio della società i cui titoli formano oggetto dell’offerta, né stipulare o modificare accordi circa l’esercizio del proprio diritto di voto.
Per le considerazioni relative alla rischiosità e al possibile rendimento occorre, ad evidenza, rimandare alla specifica tipologia dei titoli che costituiscono l’oggetto dell’offerta.
Qui possiamo solo far rilevare come spesso le OPV possano risultare un investimento appetibile per i risparmiatori in quanto spesso i titoli sono offerti con la cosiddetta tecnica dell’underpricing, ossia a valori scontati, specie nel caso si tratti di una prima tranche che funga da “apripista” per le tranches successive.