Tavola Input-Output

Significato

oppure Tavola delle interdipendenze economiche

Permette all'utilizzatore di avere sotto gli occhi, opportunamente raccolte e classificate, tutte le transazioni su beni e servizi e sui fattori della produzione che si sono verificate nel sistema in un dato periodo e tra i vari gruppi di operatori, sottolineando i loro legami di interdipendenza. L'insieme delle unità produttive è ripartito in branche di produzione omogenea, secondo un'articolazione classificatoria uniforme per tutti i Paesi dell'UE. L'utilità della tavola è tanto più efficace quanto maggiore è la sua articolazione, e quindi quanto maggiore è il numero delle branche produttive prese in esame.

Schematicamente, la tavola è costituita da una parte centrale, la matrice vera e propria delle interdipendenze settoriali, in cui le branche compaiono due volte:

A) una volta in fiancata, branche di origine, cioè come branche che vendono, da cui si dipartono i flussi di uscita (output) delle risorse (produzioni e importazioni);

B) una volta in testata, branche di destinazione o di impiego, cioè come branche che acquistano, in cui gli stessi flussi convergono assumendo per le branche di impiego il significato di input, cioè di beni e servizi acquisiti per la trasformazione e utilizzati come consumi intermedi.

La Tavola Input-Output comprende inoltre il quadro degli impieghi finali e quello dei fattori primari, entrambi disaggregati per branca.

In sintesi, si citano alcune utilizzazioni della tavola Input-Output:

A) essa fornisce, per colonna, la struttura media dei costi delle unità appartenenti alla branca cui è intestata la colonna, e per riga, la struttura media delle vendite alle branche di impiego da parte della branca cui è riferita la riga; pertanto, ogni azienda, confrontando dette strutture con quelle relative ai propri dati, può derivare utili indicazioni per orientare e perfezionare la gestione;

B) essa consente, mediante specifici procedimenti statistico-matematici, di stimare le ripercussioni sul livello di produzione e sui fabbisogni delle singole branche provocate da modificazioni della domanda finale (consumi, investimenti esportazioni); ciò permette di effettuare previsioni e di supportare decisioni di politica o di programmazione.

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Pronti contro termine

Detto anche accordo di riacquisto, è uno strumento finanziario consistente in accordi di prestito a seguito dei quali il portatore vende i titoli, ad una banca o ad un'altra istituzione finanziaria, ad un determinato prezzo e con l'impegno di riacquistare gli stessi o simili titoli ad una data futura. Operazione di impiego della liquidità che prevede l'acquisto di titoli obbligazionari e la simultanea vendita degli stessi per una data futura, in modo che le variazioni di prezzo di titoli nel periodo dell'operazione non influenzino il rendimento dell'investitore. Questo metodo viene utilizzato dalle Banche Centrali per finanziare gli istituti di credito per periodi di tempo limitati: in questo caso, vengono acquistati dalle aziende di credito titoli di Stato con l'accordo di rivenderli dopo un determinato numero di giorni.

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